La psicoterapia cognitivo-comportamentale è una psicoterapia sviluppata negli anni 60’ da A. Beck, che oggi è divenuta una delle più diffuse psicoterapie per il trattamento dei più diversi disturbi psicopatologici, in particolare la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo, le fobie, i disturbi del comportamento alimentare, le forme di stress post-traumatico, la dipendenza da alcool e le droghe, le disfunzioni sessuali, i problemi di coppia, i disturbi di personalità e la schizofrenia.
E’ una terapia strutturata (per assicurarne la massima efficacia), direttiva (il terapeuta istruisce il paziente ad assumere attivamente il ruolo di consigliere esperto), di breve durata (i cambiamenti più significativi si ottengono nei primi sei mesi), orientata al presente (è volta a risolvere i problemi attuali) e finalizzata a modificare i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali , i comportamenti disadattavi del paziente, producendo la riduzione o l’eliminazione del sintomo e apportando miglioramenti duraturi nel tempo.
Secondo la TCC le emozioni e i comportamenti delle persone vengono influenzati dalla percezione degli eventi, non è la situazione in sé a determinare direttamente ciò che le persone provano, ma è piuttosto il modo in cui esse interpretano certe esperienze. La TCC aiuta le persone ad identificare i loro pensieri angoscianti e a valutare quanto essi siano realistici, mettendo in luce le interpretazioni errate e proponendone delle alternative, delle spiegazioni più plausibili. La valutazione realistica degli eventi e la modificazione del modo di pensare producono un miglioramento dell’umore e del comportamento, nonché benefici duraturi attraverso la modificazione delle credenze disfunzionali sottostanti. E’ una terapia che agisce sui pensieri automatici, sui pensieri e le immagini distorte, che attraversano in maniera rapida e incontrollata la mente di una persona di fronte a certe situazioni specifiche e ne condizionano negativamente l’umore, nonché agisce sulle credenze intermedie (più superficiali) e di base (radicate, sottostanti).
Le prime sedute vengono dedicate alla conoscenza dei problemi del paziente e alla costruzione della relazione terapeutica. La fase di valutazione (assessment) viene condotta utilizzando il colloquio clinico, alcuni test, valutando lo stato emotivo del paziente, ricostruendo le esperienze salienti della sua vita e definendo i suoi problemi attuali e i suoi obiettivi. Dopo le prime 4-5 sedute il terapeuta riassumerà al paziente le sue valutazioni, prospetterà le sue ipotesi, formulerà delle interpretazioni degli eventi, delineerà un progetto terapeutico spiegando anche i principi teorici e le finalità della terapia, le strategie terapeutiche e le tecniche che verranno utilizzate, fisserà degli obiettivi concreti, utili , raggiungibili connessi con i problemi esplicitati e coerenti con le sue aspettative, espliciterà i tempi, il costo e le probabilità di successo della terapia, per quanto ciò sia possibile. L’intervento terapeutico si svolgerà in un clima di fiducia e di orientamento positivo al cambiamento, poi verso la fine della terapia, quando il paziente si sentirà meglio, le sedute verranno diradate nel tempo fino alla conclusione (possono seguire sedute di richiamo o follow-up a tre mesi, sei mesi e dodici mesi dalla conclusione della terapia). Le sedute durano circa un’ora (il paziente e il terapeuta sono seduti faccia a faccia) e la loro frequenza è settimanale (più raramente bisettimanale).