Valutazione Psicodiagnostica e Orientamento Psicoterapeutico

Valutazione psicodiagnostica e Valutazione psicologica: il primo passo

La valutazione psicodiagnostica o assessement ( accertamento del problema) è un percorso valutativo, che si attua all’inizio di una terapia e che permette, avvalendosi di strumenti specifici, di raccogliere informazioni e prendere decisioni strategiche per rendere il trattamento del paziente efficace.

Gli strumenti della valutazione sono il colloquio clinico e la valutazione psicodiagnostica. Quest’ultima è essenziale per l’organizzazione dell’intervento clinico, la scelta del terapeuta ( capire se paziente e terapeuta sono in sintonia) e la condivisione del progetto psicoterapeutico con il paziente.

La valutazione psicodiagnostica rende il paziente più consapevole di qual è il suo problema, quali sono gli strumenti migliori per affrontarlo e quali sono i tempi e i costi presunti dell’intervento. La valutazione psicodiagnostica utilizza strumenti validati e riconosciuti a livello internazionale, interviste semistrutturate e test self-report (test autosomministrati a crocette).

La valutazione psicodiagnostica con gli adulti è diversa dalla valutazione psicodiagnostica in età evolutiva (14-17 anni).

Valutazione psicodiagnostica con gli adulti

La valutazione psicodiagnostica iniziale per adulti si compone di un primo colloquio clinico, a cui seguono due sessioni di colloqui clinici o di diagnosi psicologica, per la formulazione o concettualizzazione del problema portato dal paziente. Vengono somministrati interviste strutturate, questionari , test psicologici e l’accertamento si conclude con un ultimo “colloquio di restituzione al paziente”, in cui si espongono i risultati dell’indagine con un linguaggio non tecnico, discutendo anche l’impostazione del trattamento.

La valutazione psicodiagnostica può focalizzarsi sui sintomi o sui tratti di personalità.

Nella valutazione individuale viene riesaminata la storia personale o di vita del paziente, che viene contestualizzata (utilizzo l’integrazione di due approcci di indagine e psicoterapia che sono quello cognitivo-comportamentale e sistemico-relazionale) in un determinato tempo della vita individuale e familiare, vengono analizzate le difese del paziente sia quelle funzionali che quelle disfunzionali che hanno portato alla sintomatologia o ai problemi.

Anche in una valutazione individuale, nel mio modo di operare, viene tenuta in considerazione la famiglia e il contesto in cui il paziente vive ( il mio approccio di lavoro integra il modello cognitivo-comportamentale, che è la mia cornice di riferimento, con quello sistemico-relazionale, da cui traggo elementi per una diagnosi psicologica e per una concettualizzazione del caso o problema).

Con gli strumenti dell’approccio sistemico-relazionale la valutazione familiare avrebbe l’obiettivo di valutare le modalità di relazione fra i vari membri della famiglia e/o della coppia, analizzando la storia stessa dei vari membri della famiglia, gli eventi traumatici, le risorse della famiglia medesima, che se mobilitiate possono essere di fondamentale ausilio per la gestione e la risoluzione sintomatica o del problema.

Contestualizzare in modo sistemico i sintomi o problemi significa tenere in considerazione il sistema famiglia ( o anche il sistema contesto sociale), attraverso i dati riportati singolarmente dal paziente in merito a come egli stesso vive le relazioni con i membri della sua famiglia (che possono anche non corrispondere a quelli riportati dagli altri famigliari, ma che sono comunque i suoi vissuti), attraverso la narrazione della sua storia e di quella della sua famiglia , nonché degli eventi traumatici che possono aver caratterizzato la sua storia, per capire le risorse sia del paziente che della sua famiglia, attraverso una rappresentazione che il terapeuta si fa da questa narrazione di questo individuo e di questa famiglia.

Ne segue un progetto di trattamento personalizzato sull’individuo e sulla sua malattia o sintomo o problema, con delle indicazioni su interventi terapeutici che possono anche essere “integrati” e in collaborazione con altri professionisti ( Farmacologico/individuale e/o familiare/di gruppo).

Valutazione psicodiagnostica con l’ età evolutiva (14-17 anni)

La valutazione psicodiagnostica iniziale per l’età evolutiva è composta da un primo colloquio con i genitori per inquadrare il problema. Seguono sessioni dove vengono somministrati interviste strutturate, questionari e test psicologici sia al minore sia ai genitori. La valutazione viene svolta di solito separatamente sia con i genitori che con i figli e si conclude con un colloquio clinico con i genitori, in cui si espongono i risultati dell’indagine con un linguaggio non tecnico e si discute l’impostazione del trattamento. Viene dedicata attenzione alla comprensione delle caratteristiche e del significato funzionale della sintomatologia presentata dal minore e al suo inquadramento all’interno del contesto famigliare, scolastico e di vita.

In sintesi la valutazione psicodiagnostica è un processo strutturato di conoscenza e comprensione del paziente (Individuo, Coppia o Famiglia), che ci permette di ottenere informazioni sulla natura, la gravità e le cause della problematica presentata. Vengono accolti ed esplorati i vissuti, viene narrata la storia e i problemi della persona per individuare, all’interno della sua storia personale, i fattori (di scompenso, di mantenimento, di vulnerabilità e protettivi ), che possono aver contribuito all’insorgenza del disturbo o della condizione di sofferenza lamentata. La diagnosi psicologica non si limita al riconoscimento ed alla classificazione dei sintomi o all’inquadramento di una malattia (come avviene in ambito medico), ma tenendo conto della complessità e dell’unicità di ogni individuo, giunge ad una comprensione psicologica sul funzionamento psichico della persona, che passa necessariamente attraverso la condivisione emotiva e cognitiva di aspetti profondi di sé. Possono essere utilizzati test psicologici,  per completare ed integrare le informazioni raccolte durante i colloqui, per permettere la valutazione di funzioni o caratteristiche specifiche di personalità e per consentire di avere in tempi relativamente brevi una conferma o disconferma delle osservazioni cliniche.

Ogni processo diagnostico ha una sua finalità e all’interno di un contesto clinico la diagnosi funge da guida e da criterio pragmatico sulla fattibilità del trattamento, configurandosi come proposta di un progetto terapeutico. Si approfondisce la conoscenza relativa alle caratteristiche personali, relazionali e contestuali del paziente, che è posto nella condizione di prendere autonomamente delle decisioni e operare delle scelte che facilitino la realizzazione dei propri bisogni e delle proprie aspirazioni.

La diagnosi non etichetta, ma descrive una modalità di funzionamento, sempre passibile di cambiamento nel tempo. La valutazione psicodiagnostica permette una valutazione globale del funzionamento di una persona e può essere richiesta anche in ambito forense, per accertare le condizioni psichiche all’interno di procedimenti giuridici, civili e penali.

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