Il trattamento dei disturbi del sonno: quale intervento psicoterapico con bambini, adolescenti e adulti dei “sogni d’angoscia” e degli “ incubi”
Quando si parla di disturbi del sonno, di sogni d’angoscia e di incubi il trattamento psicoterapico è possibile sia con bambini che con adolescenti e adulti, perché gli incubi possono essere modificati e trattati, riducendo la frequenza dei contenuti angosciosi (le attività mentali non si fermano durante il sonno).
Quando sono iniziate le prime ricerche scientifiche e i primi trattamenti psicoterapici dei sogni d’angoscia e degli incubi? Le prime ricerche sul trattamento degli incubi risalgono agli anni Settanta e Ottanta (Bishay nel 1985), anche se non ebbero la risonanza che meritavano, perché si trattava di una casistica limitata e mancava un gruppo di controllo. Solo negli anni Novanta Krakow e coll (1993) pubblicarono i risultati positivi di un trattamento cognitivo-comportamentale dei sogni d’angoscia e degli incubi a lungo termine (30 mesi), applicato ad un’ampia casistica di pazienti, con uno studio controllato e con un metodo di “pratica immaginativa” (imagery rehearsal) molto simile al precedente. Recentemente Germain e coll. (2004) hanno replicato la “imagery rehearsal” e si sono orientati sul trattamento degli incubi nei soggetti vittime di aggressioni e affetti da PTSD (Disturbo Post Traumatico da Stress). In entrambi gli studi gli incubi si riducevano drasticamente e miglioravano anche altri parametri del sonno.
Su cosa si basa questo metodo per il trattamento dei sogni d’angoscia e degli incubi? Questo metodo si basa sul concetto comportamentale di “prova pratica” ( re- hearsal) e il soggetto viene istruito a comporre per iscritto, in anticipo, una descrizione di un sogno per lui desiderabile e a praticarlo nell’immaginazione. Il compito che viene dato è quello di leggerlo prima di andare a dormire e nel contempo di immaginare di sognarlo . Questa pratica aumenta di molto la probabilità di sognare proprio quel sogno, oppure parti importanti o contenuti emozionali positivi che quel sogno contiene. Si può anche modificare un sogno d’angoscia con una variante felice, un finale positivo di un sogno angoscioso ricorrente (metodo di Krakow) , oppure la storia può essere prodotta totalmente con la fantasia (Sibilia, 2006, 2010).
Questo non è un metodo nuovo, perché sono già state usate procedure di immaginazione guidata (es. “coping imagery”). Anche gli indiani Senoi d’America usavano condividere e modificare i propri sogni fino a conclusioni soddisfacenti: gli adulti insegnavano ai bambini a raccontare i propri sogni e a come comportarsi nella vita onirica. (Sibilia, 2013)
Quali sono gli ambiti clinici di applicazione di questa procedura di immaginazione guidata? Indurre la modificazione e la programmazione dei sogni si è rivelata molto utile nei casi in cui gli incubi siano già per il bambino, l’adolescente e l’adulto un “problema clinico”. Inoltre la tecnica dell’immaginazione guidata (coping imagery) può essere applicata con successo anche nel trattamento dei disturbi d’ansia, dell’umore, nei disturbi post-traumatici da stress e in tutte quelle condizioni cliniche in cui i sogni angosciosi siano parte del quadro psicopatologico e/o ne influenzino negativamente l’umore durante la veglia, confermando al paziente la gravità della propria condizione psicopatologica (meta-cognizioni patogene circa se stesso o il suo stato mentale) (Sibilia, 2013). La pratica è utile anche in età evolutiva nei disturbi d‘ansia da separazione, nei disturbi del sonno con sintomi d’angoscia e terrori notturni, nelle difficoltà di addormentamento e nei risvegli notturni del bambino. Con i bambini si può procedere in psicoterapia facendo “disegnare qualcosa di piacevole” (metodo di Sibilia) o come ho sperimentato io con efficacia, “costruendo con il bambino una storia immaginaria, da leggere o pensare prima di andare a dormire, immaginando di essere il protagonista della storia”. Il bambino deve guardare il disegno prima di addormentarsi o leggere o pensare la storia. Si suggerisce l’esito: “ vedrai che sognerai proprio quello che abbiamo disegnato, la storia che abbiamo scritto insieme”. Questa possibilità di indurre o modificare e programmare i sogni si è rivelata molto utile e si presume potrebbe avere nuovi sviluppi in altri disturbi clinici (ad esempio trattare l’anticipazione negativa e catastrofica nei disturbi d’ansia).